Konica Minolta South Africa’s Year Starts Off With a Bang for its Education CSI Initiatives

by Konica Minolta SA

Il ruolo dei giochi d’azzardo nelle tradizioni popolari italiane

I giochi d’azzardo rappresentano un elemento culturale profondamente radicato nelle tradizioni popolari italiane, risalenti a secoli di storia e folklore. Dalle festività religiose alle sagre di paese, questi giochi hanno sempre avuto un ruolo centrale nella socializzazione e nell’intrattenimento collettivo. Con l’evoluzione tecnologica, molte di queste tradizioni si sono trasformate, adattandosi ai tempi moderni, e oggi è possibile trovare versioni digitali di questi giochi su piattaforme come https://spinanga-it.org, dove la tradizione si fonde con l’innovazione. Nonostante i cambiamenti, l’essenza culturale di questi passatempi rimane intatta, continuando a rappresentare un punto di incontro tra generazioni e un modo per mantenere vive usanze secolari che rischierebbero altrimenti di scomparire nel vortice della modernità.

Le origini storiche dei giochi d’azzardo nell’Italia rurale

I giochi d’azzardo in Italia hanno radici che affondano nell’antichità, con evidenze che risalgono all’epoca romana e persino etrusca. Nelle campagne italiane, questi passatempi si sono evoluti come momenti di aggregazione sociale durante i periodi di pausa dal lavoro agricolo. La zara, un antico gioco di dadi menzionato persino da Dante nella Divina Commedia, rappresenta uno dei primi esempi documentati. Durante il Medioevo e il Rinascimento, i giochi d’azzardo si diffusero ampiamente, nonostante i tentativi delle autorità ecclesiastiche di limitarne la pratica.

Nelle comunità rurali, il gioco assumeva spesso forme legate alle risorse locali: scommesse su combattimenti di galli, corse di cavalli improvvisate e giochi con carte fatte a mano. Questi momenti non erano solo occasioni di svago, ma vere e proprie istituzioni sociali dove si consolidavano legami comunitari, si risolvevano dispute e si trasmettevano valori culturali. La morra, un gioco antichissimo che consiste nell’indovinare la somma delle dita mostrate dai giocatori, divenne emblematica di questa tradizione ludica condivisa.

Particolarmente significativo è come questi giochi abbiano resistito al tempo, adattandosi ai cambiamenti socio-economici senza perdere la loro essenza. In molte regioni, come la Sicilia, la Sardegna e la Campania, persistono varianti locali di giochi d’azzardo che riflettono specificità culturali e dialettali, testimoniando la straordinaria capacità di queste tradizioni di resistere all’omologazione culturale.

Giochi d’azzardo nelle feste patronali e sagre

Le feste patronali e le sagre rappresentano momenti privilegiati in cui i giochi d’azzardo tradizionali emergono come elementi centrali dell’intrattenimento popolare. In queste occasioni, piazze e vicoli si trasformano in vivaci sale da gioco all’aperto, dove giovani e anziani si sfidano in competizioni che mescolano abilità, fortuna e strategia. La tombola, evoluzione popolare del gioco del lotto, diventa protagonista indiscussa durante le festività natalizie, quando intere famiglie si riuniscono per estrarre numeri e condividere momenti di allegria collettiva.

Durante le feste dedicate ai santi patroni, molti comuni italiani organizzano tornei di carte tradizionali come scopa, briscola e tressette. Questi eventi non sono semplici competizioni, ma veri e propri rituali sociali dove si tramandano tecniche di gioco, espressioni dialettali e codici comportamentali. In Sicilia, il gioco delle carte “a scupuni” durante la festa di Santa Rosalia a Palermo rappresenta un esempio emblematico di come l’azzardo si intrecci con la devozione religiosa.

Le bancarelle con giochi di abilità e fortuna, come il tiro a segno o la pesca di sorpresa, pur non essendo tecnicamente giochi d’azzardo, condividono con essi l’elemento aleatorio e la promessa di vincite. Questi intrattenimenti, insieme alle lotterie benefiche organizzate in occasione delle feste patronali, costituiscono un’economia parallela che contribuisce al finanziamento delle celebrazioni stesse, creando un circolo virtuoso tra divertimento e sostegno alla comunità.

Il ruolo sociale e psicologico del gioco nelle comunità italiane

  • Funzione aggregativa: creazione di spazi di socializzazione intergenerazionale
  • Meccanismo di sfogo: canalizzazione di tensioni economiche e sociali
  • Costruzione identitaria: rafforzamento dell’appartenenza comunitaria attraverso riti ludici condivisi
  • Trasmissione culturale: insegnamento di valori, norme e tradizioni attraverso il gioco
  • Ridefinizione dei ruoli sociali: temporanea sospensione delle gerarchie quotidiane

Nelle comunità italiane, soprattutto quelle più piccole e coese, i giochi d’azzardo tradizionali hanno storicamente svolto funzioni sociali che vanno ben oltre il semplice intrattenimento. L’osteria, luogo deputato alle partite di carte e alle scommesse, fungeva da vera e propria istituzione sociale, uno spazio dove si scambiavano informazioni, si discutevano affari e si consolidavano alleanze. Questi momenti ludici rappresentavano spesso l’unica occasione in cui persone di diverse classi sociali potevano interagire su un piano di parità temporanea.

Da una prospettiva psicologica, il gioco d’azzardo tradizionale offriva un meccanismo di compensazione in società caratterizzate da rigide strutture socioeconomiche. La possibilità, seppur remota, di una vincita significativa alimentava speranze e aspirazioni in contesti spesso segnati da povertà e limitata mobilità sociale. Contemporaneamente, il gioco insegnava ad affrontare la sconfitta e l’imprevedibilità, qualità essenziali in culture fortemente esposte ai capricci della natura e dell’economia agricola.

Particolarmente interessante è come questi giochi riflettessero valori culturali profondi: la briscola e la scopa, con le loro regole di collaborazione tra compagni, rinforzavano l’importanza della fiducia e della lealtà, mentre i giochi di bluff come la “passatella” mettevano alla prova l’abilità di leggere le intenzioni altrui, competenza cruciale in società basate su relazioni faccia a faccia.

L’evoluzione dei giochi tradizionali nell’era digitale

La rivoluzione digitale ha trasformato profondamente il panorama dei giochi d’azzardo tradizionali italiani, portandoli dalle piazze e dalle osterie agli schermi di computer e smartphone. Questo passaggio ha comportato sia perdite che guadagni culturali significativi. Da un lato, l’esperienza immersiva del gioco fisico, con i suoi rituali, gestualità e interazioni faccia a faccia, risulta necessariamente impoverita nella trasposizione virtuale. Dall’altro, la digitalizzazione ha permesso la preservazione e diffusione di giochi che rischiavano l’estinzione, rendendoli accessibili anche alle nuove generazioni.

Le piattaforme di gioco online hanno ricreato versioni digitali di classici come scopa, briscola e sette e mezzo, spesso arricchendoli con elementi grafici che richiamano l’estetica tradizionale italiana. Questo fenomeno ha generato una curiosa ibridazione culturale, dove i giovani scoprono attraverso le app giochi che appartenevano al repertorio ludico dei loro nonni, creando inaspettati ponti generazionali. In alcune comunità, tornei di carte tradizionali vengono ora organizzati in formato ibrido, con partecipanti in presenza e online.

Un aspetto interessante di questa evoluzione è come certe regioni italiane abbiano sviluppato piattaforme digitali specificamente dedicate a preservare varianti locali di giochi tradizionali. In Sicilia, ad esempio, esistono app dedicate al “cucù”, mentre in Sardegna sono state sviluppate versioni digitali di “sa murra”. Questi sforzi rappresentano tentativi di bilanciare innovazione tecnologica e preservazione del patrimonio culturale immateriale, in un dialogo continuo tra tradizione e modernità.

Tradizioni a rischio e iniziative di salvaguardia culturale

  • Documentazione etnografica: raccolte di testimonianze orali e registrazioni audiovisive delle pratiche ludiche tradizionali
  • Musei del gioco: creazione di spazi espositivi dedicati alla storia dei giochi d’azzardo regionali
  • Festival tematici: eventi dedicati alla riscoperta e pratica dei giochi tradizionali
  • Progetti educativi: programmi scolastici che integrano i giochi tradizionali come strumenti di apprendimento culturale
  • Certificazioni di tutela: riconoscimenti ufficiali del valore culturale di specifiche tradizioni ludiche

Nonostante la resilienza dimostrata, molti giochi d’azzardo tradizionali italiani sono oggi a rischio di scomparsa. L’urbanizzazione, i cambiamenti demografici e la concorrenza dell’intrattenimento digitale hanno eroso progressivamente gli spazi sociali dove queste pratiche ludiche fiorivano. Giochi un tempo diffusissimi come la “zecchinetta” in Campania o “lu sette e mezzu” in Puglia sopravvivono ormai solo nella memoria degli anziani, mentre le generazioni più giovani spesso ignorano completamente queste tradizioni.

Di fronte a questo rischio di impoverimento culturale, diverse iniziative di salvaguardia sono emerse negli ultimi decenni. Associazioni culturali come “Giochi Antichi” a Verona organizzano annualmente eventi dove è possibile riscoprire e praticare giochi tradizionali, mentre istituzioni accademiche hanno avviato progetti di documentazione etnografica per registrare regole, terminologie e contesti sociali di giochi in via d’estinzione. Particolarmente significativi sono i progetti che coinvolgono scuole e comunità locali, creando occasioni d’incontro tra detentori anziani di queste conoscenze e giovani interessati ad apprendere.

Alcune regioni hanno inoltre riconosciuto ufficialmente il valore culturale di specifici giochi tradizionali, inserendoli negli inventari del patrimonio culturale immateriale. Questi riconoscimenti non solo contribuiscono alla preservazione formale di queste pratiche, ma ne rivalutano lo status culturale, trasformandole da semplici passatempi considerati talvolta marginali a espressioni significative dell’identità locale, meritevoli di protezione e valorizzazione nel contesto della diversità culturale italiana.

Last year, Konica Minolta South Africa converted a light commercial vehicle into a mobile library, providing children who did not have access to books in their schools and communities with the opportunity to improve their literacy skills.  The fully kitted out Mercedes-Benz Sprinter was entrusted to The Edu-Care Foundation, a non-profit organisation that through its R.E.A.D. (respect, education, attitude and discipline) initiative, assists children in the foundation phase to improve their reading ability – a necessary tool to function in society, nourish problem solving as well as the imagination, and ultimately find a good job.

 “The mobile library services the Gauteng area, ranging from the West Rand to the East Rand and even a school in Hammanskraal,” says project initiator Laetitia Coetzer, special projects manager at Konica Minolta South Africa. “But it did not stop there.  After this successful initiative we were inundated with requests from schools lacking a functional library, or with no library at all.”

She adds that international research indicates that one way to improve literacy and the overall academic performance of learners is for every school to have a well-stocked library.  At present only eight percent of schools in South Africa has a functional library, with just one library costing R2.5 million to set up, which neither schools nor the Educational Department has the money to do.

“We knew we had to do more, so we engaged in discussions again with Daleen Havenga, founder of The Edu-Care Foundation.  Together we came up with the idea of reintroducing the age-old concept of reading corners, specifically designed for ground phase learners, as this is where reading abilities are being born.  We wanted to establish a special space, away from the normal classroom environment, where the children could sit or lie down on carpets and pillows and listen to a story being told, or to simply leaf through the pages of a book, looking at pictures and ultimately give them the ability to read,” explains Coetzer.

“We then created a logo to help entice children to read – using our bizhub colours with a wise inquisitive looking owl –and our bizbook corners were born.”

The bizbook corner concept was discussed with teachers and educators at various schools, and the interest was overwhelming.  In the end, the Josua Naude Primary School in Roodepoort, Unified Public School in Maraisburg, and Horizon View Primary School in Roodepoort were chosen to be the recipients of the first bizbook corners.  Two of these three schools had areas that could be used for the bizbook corner, so the first step was the major clean-up, renovation and painting of the spaces.  Horizon View Primary did not have a usable space, so Konica Minolta South Africa erected a wendy house in the junior phase playground. “Once the dedicated areas were serviceable, we were then able to make a start on the fun phase of the corners’ development: putting books on the shelves; posters on the walls; unpacking the additional CDs, DVDs, paint and puzzles; and furnishing the corners with tables, chairs, carpets and pillows; basically everything needed to help stimulate the mind of a growing child,” enthuses Coetzer.

Upon completion, each bizbook corner was officially handed over to the schools’ administrators to manage, whilst staff of Konica Minolta South Africa was on hand to read stories to the children.

“The bizbook corners are a natural progression from the use of the mobile library.  Currently the mobile library services grade four to grade seven, but the grade R to grade three learners are still learning how to read, and need special attention and books, hence the evolution of bizbook corners,” explains Havenga.  “We are delighted that Konica Minolta South Africa is dedicated to finding solutions to South Africa’s literacy problem.”

ABOUT KONICA MINOLTA SOUTH AFRICA:

Konica Minolta South Africa, wholly owned by the Bidvest Group, stands at the forefront of business solution providers as the principal importer and distributor of the innovative and award winning Konica Minolta range of bizhub digital multi-functional colour and black & white devices, laser printers, fax machines and business solutions, into South Africa as well as Namibia, Malawi, Botswana and Swaziland. Konica Minolta South Africa’s head office is based in Johannesburg and its distribution network is supported by 17 branches and 49 dealerships. With an operational stance of consultative business partnering, the group provides clients with holistic document management solutions: through pre-sales analysis, audits to sales, installation, on-going onsite technical and software management as well as the supply of spare parts and consumables.

CONTACTS:
Konica Minolta SA: Ritchi Smith, 0800 bizhub, ritchis@kmsa.comicomm: Debbie Sielemann, +27 (0) 82 414 4633, debbie@pr.co.zawww.icomm-pr.co.za

Related Posts

Leave a Comment